Che fine hanno fatto quei complessi che hanno segnato un’epoca? Perché non c’è più nessuno che cerca di imitarli? È veramente finita l’era d’oro del rock?

di Andrea Ciccone

Io credo che oramai non si diventa cantanti per passione, ma solo per essere  famosi. E infatti gli unici generi che si sentono in giro sono il pop, rap o il reggaeton – insomma, tutti generi commerciali – e la maggior parte dei cantanti di oggi esce fuori da talent show come Amici, The Voice, X Factor.

I cantanti utilizzano tutte basi fatte al computer o suonano il pianoforte o la chitarra, che – a mio parere – sono gli strumenti più semplici: nessuno prova a suonare una chitarra elettrica o la batteria, perché non avrebbe successo.

Gruppi come i Queen, Rolling Stones, Pink Floyd, AC/DC, Kiss, Guns ‘n’ Roses, i Beatles, non esisteranno più. Quelli che oggi hanno successo – e che, pian piano, stanno facendo morire il rock – sono i personaggi alla Justin Bieber, che lo ha raggiunto non per la sua bravura, ma perché piace ad un pubblico infantile di ragazzine che lo apprezza perché ”non dice nulla di profondo” o che non amano il rock classico perché “urlano troppo e sono brutti”.

La nostra generazione oramai ascolta musica diversa: è normale, i tempi cambiano, anche se in peggio dal mio punto di vista: capisco che si tratta di un genere del passato, ma un minimo di cultura musicale bisogna averla e il rock ne fa certamente parte.

Certo, il rock è diverso, molto diverso dalla moda odierna: la musica è cupa, a tratti monotona, e le parole a volte stupiscono in quanto affrontano temi come quello della morte, della decadenza e della dipendenza, contribuendo così a creare un ”ambiente mediatico complesso”. Tutto quello che la scena pop di oggi non è