Intervista esclusiva al neo-campione del mondo di nuoto sincronizzato (duo misto tecnico), ex alunno del Leonardo da Vinci
di Alessandro Pau
“Delirio puro”, è questa la sensazione provata da Giorgio Minisini e Manila Flamini quando il tabellone del Varosliget Park di Budapest recitava il verdetto della finale, che vedeva il duo italiano trionfare su russi e statunitensi, le compagini più forti e temibili del panorama mondiale
La medaglia d’oro – Nella mattinata di lunedì 17 luglio, nel parco di Budapest che accoglie l’edizione 2017 dei Mondiali di Nuoto, è andata in scena la finale del duo misto tecnico, a cui hanno partecipato 10 coppie di nazionalità diversa.
Per gli azzurri, in acqua Manila Flamini e Giorgio Minisini: il sincronetto di Ladispoli, ex alunno del Leonardo Da Vinci, e già vincitore di due medaglie di bronzo agli scorsi mondiali, oltre a due argenti europei, si presenta a questa gara carico e pieno di speranza, anche se la possibilità di ripetere il terzo posto di Kazan 2015 è difficile.
L’esecuzione di “A scream from Lampedusa” è brillante: si tratta di una bellissima coreografia, creata da Ermakova sulle note di Braga, ispirata e dedicata al tema dei migranti che fuggono dai loro paesi per cercare una vita migliore in Europa, sbarcando – nella maggior parte dei casi – proprio sull’isola di Lampedusa. Suggestivo l’urlo che squarcia il cielo di Minisini, il quale richiama il titolo della coreografia che è valsa l’oro, ma ancor di più il dramma vissuto in prima persona dai migranti.
Appena dopo, una postura molto scenica che si rifà alla Pietà, poi il tuffo in acqua che apre le danze. Sono due minuti intensi, in cui il duo riesce a interpretare alla perfezione la danza, rispettando tutti e 5 gli elementi obbligatori, grazie ai quali prenderà poi un punteggio che sul totale peserà parecchio.
Sono ben 35.6979 i punti assegnati dai giudici per gli elementi, ben tre decimi in più dei russi d’argento; inoltre, i 27.400 di impressione e 27.200 di esecuzione fanno sì che, con un 90.2979 totale, gli azzurri si laureino, per la prima volta nella storia, Campioni del Mondo di nuoto sincronizzato, specialità duo misto tecnico.
Le parole di Giorgio – Non capita tutti i giorni di poter intervistare una medaglia d’oro mondiale, ma da ex alunno del Da Vinci Giorgio Minisini ci ha concesso delle dichiarazioni che arricchiscono la portata del nostro giornalino.
“Sicuramente è stata un’emozione fortissima – esordisce Giorgio – abbiamo lottato per questo obiettivo per un anno, lavorando su ogni singolo dettaglio: sapevamo di aver fatto un buon lavoro, ma non pensavamo di arrivare a vincere. In questo anno ci siamo dedicati alla cura dei dettagli, quindi non solo all’esercizio fisico, ma anche alla posizione di ogni singolo dito, delle gambe, delle braccia. C’è stata una cura della presentazione, una musica ricercata, la scelta di un tema profondo: insomma un lavoro enorme che è stato ben ripagato”.
Analizza così la prestazione il fresco campione del mondo, che poi aggiunge: “Questo è uno sport di giudizio, diverso dal nuoto: lì il primo che tocca la piastra vince, mentre qui potresti anche toccare la piastra del primo, ma se per il giudice non va bene il modo in cui l’hai fatto non vinci. Per questo eravamo consapevoli di aver fatto un lavoro incredibile, ma non pensavamo di portare a casa l’oro. Abbiamo lavorato però anche su questo, con un lavoro di marketing durato un anno: abbiamo sempre dichiarato di voler vincere, di volere questa medaglia d’oro, per far entrare nella testa dei giudici e nell’opinione comune che noi eravamo al pari di Russia e Usa, e non inferiori”