Ai ragazzi e ai genitori leggi in faccia la perplessità: ma perché si va proprio lì? Dubbi temperati, per fortuna, dalla fiducia nei prof. E poi c’è addirittura la preside, anzi pare sia stata proprio lei ad avere questa idea originale…
di Antonella Maucioni
Si parte finalmente: è una giornata uggiosa e fredda di gennaio e il clima è il solito – tra il goliardico e il sonnacchioso – di tutti i viaggi dei ragazzi. Nulla di nuovo, insomma, se non fosse per la destinazione che non è di certo tra quelle consuete dei viaggi d’istruzione
Andiamo a Casal di Principe e nei paesi vicini, così vicini da essere quasi attaccati, e che non sono luoghi d’arte né possono contare – almeno adesso – su paesaggi mozzafiato, anche se un tempo dovevano essere angoli di Campania Felix anche loro
Ai ragazzi e ai loro genitori che sono venuti ad accompagnarli al pullman, leggi in faccia la perplessità: che cos’è questo strano viaggio? ma perché si va proprio lì? Dubbi temperati – per fortuna – dalla fiducia nei prof (e poi c’è addirittura la preside, anzi pare sia stata proprio lei ad avere questa idea originale) e dissolti nella certezza che con loro si può stare tranquilli
Lo “strano” viaggio conclude un progetto (A scuola di Made in Italy) che ha coinvolto questi ragazzi, tutti studenti dell’Istituto Agrario, e quelli di altre quattro scuole – sempre ad indirizzo agrario – del Lazio e che è stato reso possibile da un finanziamento del Miur, nell’ambito dei progetti di educazione alla legalità
L’idea del progetto si legava all’impegno per la giustizia e la legalità che il Leonardo segue da anni ed era quella di accompagnare i ragazzi alla scoperta dell’illegalità diffusa, e quasi silenziosa, che sta dietro a tanti nostri comportamenti all’apparenza innocui ; di portarli a riflettere sulla cultura della legalità nel settore agroalimentare diventando consapevoli di tutto ciò che di sbagliato e perfino pericoloso si annida tra i campi, le coltivazioni, il cibo
È stata evidentemente un’idea convincente – era la prima volta che alcune scuole sceglievano di occuparsi di questo tema – e avevamo anche un partner importante, l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare – e così siamo stati finanziati
In questo percorso, lungo quasi un anno, tanti momenti significativi: l’incontro con il giudice Caselli ed esperti della Fondazione, il teatro civile con Tiziana Di Masi, il lavoro di ricerca sulle leggi, in particolare quella sul caporalato, l’ideazione di prodotti pubblicitari per il made in Italy
E alla fine questo viaggio: un’esplorazione in terre non troppo lontane, ma spesso conosciute solo attraverso i brutti titoli dei media alla ricerca di realtà vive ed operose nate sulle ceneri della camorra per scoprire che il bene è più forte del male, che c’è sempre una possibilità di riscatto se ci crediamo e ci impegniamo
Così in questi tre giorni, come pescatori di perle preziose, viviamo momenti inattesi e emozionanti che custodiremo nella nostra mente e nel nostro cuore: le visite alle realtà produttive ospitate nei beni confiscati, gli incontri intensi e commossi con i testimoni di giustizia e familiari di vittime innocenti della camorra, l’ascolto silenzioso e pieno di rispetto di amministratori intelligenti e coraggiosi
Ci vengono incontro sulle gambe e con volti di donne e di uomini storie piccole e grandi di resilienza sociale e ci raccontano che la capacità di risollevarsi dal dolore e volgerlo al bene non è solo di ognuno di noi, ma anche di tutti noi insieme, delle nostre comunità. Storie che ci aiutano a capire che un’altra strada è possibile e che solidarietà e impegno non sono solo parole belle e importanti, ma anche fatti concreti e tangibili
Come dimenticare i nomi e le storie piene di dolore e di coraggio di Salvatore Di Bona, figlio di Antonio, vittima innocente di camorra, e di Augusto di Meo, testimone della morte di Don Peppe Diana, che instancabilmente da anni è impegnato per la giustizia?
Che bella sorpresa incontrare amministratori intelligenti e intraprendenti come Giovanni Allucci, presidente di Agrorinasce, e come Antonio Papa, Sindaco di S. Maria La Fossa, che con semplicità raccontano storie di impegno duro e quotidiano a favore delle loro comunità e ci insegnano che è possibile coniugare legalità e giustizia con lavoro e produttività
Visitiamo la tomba di don Peppe Diana che, con il suo sacrificio in una mattina di tanti anni fa, ha segnato l’inizio della ribellione al tacito assentire alla camorra
E poi l’incontro con donne e uomini che, ispirati dall’amore per quanti definiamo “diversi” (e che cos’è questa diversità ancora ce lo devono spiegare), hanno creato cooperative ed imprese per includerli veramente. E ancora le persone che, sapendo concretamente porgere una mano tesa a chi aveva bisogno di risollevarsi, hanno aperto un centro antiviolenza per donne maltrattate diventato anche un’impresa di catering e di produzione di confetture
Tanti i nomi che porteremo con noi e che non dimenticheremo, nomi di persone che hanno saputo ed avuto il coraggio di percorrere strade nuove e a tratti impervie e di aprire così per tutti sentieri di giustizia e impegno. Volti e storie che ci danno le ragioni di una speranza, richiami pieni di un fascino antico che si chiama Bene, persone che con coraggio hanno deciso di agire direttamente, di provare a varcare la soglia dell’immobilismo che è prima di tutto dentro di noi, di non cedere alla rassegnazione che incombe su di noi dinnanzi all’assenza delle istituzioni o alle difficili situazioni personali
Gli occhi dei ragazzi guardano con interesse e l’iniziale titubanza verso una realtà sconosciuta si scioglie nelle domande, nelle riflessioni, nella consapevolezza che le persone e le realtà che incontriamo hanno un significato autentico e profondo: sono esempi da seguire quando saranno chiamati a scegliere tra il “sì” della giustizia e dell’impegno personale e il “no” del silenzio e dell’indifferenza. E qui si capisce molto bene che il “sì” e il “no” sono di tutti i giorni e non delle occasioni speciali
Certo, cari ragazzi, che voleva essere un viaggio diverso! Voleva condurvi sui luoghi del riscatto, della speranza perché poteste capire che non è vero che non cambia nulla, mai. Cambia eccome, ragazzi, e la differenza la facciamo noi, ognuno di noi
“Non c’è bisogno di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di avere paura, di fare delle scelte, di denunciare” Don Peppe Diana