La guerra ha diviso interi popoli e culture, diffondendo odio e disprezzo nei confronti del prossimo. Ma esiste un antidoto in grado di compiere veri e propri miracoli…
di Daria Efficace
Fin dall’antichità lo sport ha avuto un ruolo decisivo sulla guerra. Durante le Olimpiadi istituite dagli stessi Greci, la guerra cessava e atleti provenienti dalle varie parti del mondo allora conosciuto si riunivano nella più importante manifestazione sportiva di tutti i tempi, che – oltre al suo compito principale – ricopriva un ruolo pacifista e di unità tra popoli in conflitto
Nonostante i secoli, nulla è cambiato. Infatti nella cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici invernali svoltisi all’inizio del 2018 nella città sudcoreana di Pyeongchang, le due Coree hanno sfilato sotto la stessa bandiera
Tutto questo ha subito fatto pensare ad un riavvicinamento tra i due paesi da tempo nemici. Significativa anche la stretta di mano tra il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in e Kim Yo-jong, la sorella del dittatore coreano Kim Jong-un
Un’altra svolta rilevante, seppur meno recente, legata dalle tensioni della Guerra Fredda, è stata quella tra USA e Cina, con il 31° campionato mondiale di Ping-Pong: era il 6 aprile 1971 quando la squadra americana ricevette un invito dalla Repubblica Popolare Cinese a visitare il paese nel sud-est asiatico
Il 10 aprile dello stesso anno passò alla storia come il primo giorno, dopo 22 anni, nel quale degli americani misero piede in Cina dopo la salita al potere del comunista Mao Zedong. Si parla di un caso più che isolato: altri cittadini richiesero il permesso di visitare il paese senza ottenere alcun successo
Nonostante le inusuali armonie tra gli stati, lo sport è stato anche condizionato dalla politica stessa, se si pensa alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 trasformate in un vero e proprio oggetto propagandistico dal Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi
Boicottati per primi nella storia i Giochi olimpici del 1956, dove nazioni come i Paesi Bassi, Spagna e Svizzera non parteciparono in segno di protesta per la repressione da parte della URSS della Rivolta Ungherese
Lo sport, a volte, è stato anche un mezzo di denuncia. Nelle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 due atleti afroamericani di atletica leggera durante la cerimonia di premiazione misero in atto il saluto delle Pantere Nere (organizzazione rivoluzionaria afroamericana ) per denunciare la discriminazione razzista negli Stati Uniti
Lo sport, insomma, da molti anni dà voce ai più deboli e unisce, rafforza il rapporto tra le varie popolazioni. Essere sportivi significa anche questo: mettere da parte le incomprensioni per affrontare insieme la gara della vita