Sarà presentata il 15 novembre in Aula Magna l’opera teatrale in due atti sulla tragedia di Caporetto, evento che ha cambiato profondamente la storia italiana e resta ancora nella nostra memoria
La redazione
Sono passati 101 anni dalla tragedia di Caporetto (24 ottobre 1917), ma l’eco di quella che è stata la più grande disfatta militare della nostra storia resta ancora nell’immaginario collettivo
Per non dimenticare quei terribili eventi, il 15 novembre in Aula Magna verrà rappresentato il dramma in due atti “Caporetto, isteria di una nazione”, scritto da Luigi Nobile e Giuseppe Fresolone, docente di Public History all’università di Salerno, che interverrà a scuola per un dibattito finale
Così viene presnetato lo spettacolo nelle note di regia: “l’opera teatrale vuole evidenziare la mitizzazione e l’uso pubblico, distorto, di quell’evento. Operazione che vide protagonisti politici, artisti, scrittori, che scatenarono un nuovo immaginario che, noncurante dei fatti, voleva azzerare l’identità italiana per costruirne un’altra in grado di edificare una patria grande e potente
Nella drammatizzazione, a spiegare i fatti di Caporetto è un contadino arruolatosi per fame. Il suo racconto ripercorre tutte le tappe, dall’arruolamento alla disfatta, e si sofferma sugli scritti critici di Malaparte, Ojetti, Gadda, Volpe, che nel tempo hanno caratterizzato la battaglia di Caporetto come un abominio di una nazione che non c’era e che doveva ricostruirsi immediatamente su altri valori”