I Queen sono stati qualcosa di incomprensibile nella storia della musica: hanno distrutto tutti i muri e sono arrivati all’inimmaginabile. E ora, per ricordarli, questo grande omaggio, con uno straordinario protagonista
di Marta Venanzi
Bohemian Rhapsody è uscito nelle sale cinematografiche il 29 novembre 2018, portando con sé una scia di rivoluzione che ha invaso il mondo. Questo film ha racchiuso l’importante, ciò che si doveva sapere perché Freddie Mercury fosse dipinto per quello che era, non per quello che tutti si aspettavano fosse. Mi auguro che sia per questo che ha avuto un successo così grande, perché ha comunicato la verità. Bryan Singer, nella realizzazione di questa pellicola, non ha pensato a costruire il mito (sarebbe stato inutile, in quanto Freddie è già considerato tale) ma ha mostrato che l’umanità è presente anche nelle leggende ed è riuscito a rendere la storia dei Queen la storia di tutti
Ci si ritrova all’improvviso coinvolti nella vita del protagonista. Non è più una biografia, è una storia che potrebbe essere di ognuno degli spettatori. È una vita alimentata dalle emozioni, dai cambiamenti che non si accettano, dalla paura del mondo, anche quando si è già andati troppo oltre
Complimenti al protagonista Rami Malek, non solo per la somiglianza (incredibile), ma anche per aver incarnato il fascino di Freddie: debole nell’animo ma straordinariamente potente, tanto potente da abbagliare lo schermo. È un ritorno al passato, una dimostrazione pratica di quanto la musica possa influenzare la visione umana del mondo e di quanto il successo possa consumare un individuo… eppure quanto una folla adorante durante un concerto possa farlo emozionare
Se il 24 febbraio, durante la notte degli Oscar, Rami Malek sarà candidato come miglior attore protagonista, gli auguro con tutto il cuore di salire sul palco e afferrare quella statuetta. Gli è stato affidato un ruolo quasi impossibile e l’ha affrontato a testa alta: sarebbe un premio, a mio parere, estremamente meritato