Povero è bello? Non sempre, soprattutto in campo alimentare: al di là di quello che vuol farci credere il marketing, i “cibi senza” sono spesso soltanto un business che gioca sull’ignoranza della gente…
La redazione
Un tempo i cibi erano correttamente valutati e apprezzati per quello che di buono potevano apportare al corpo, per il loro range di nutrienti, per il potere calorico, per la presenza di preziosi oligo-elementi… E questo non solo nel campo scientifico, ma anche e soprattutto nella pratica quotidiana, nel sapere spicciolo e comune della buona cucina familiare
Un cibo “povero” non era essenzialmente scarso, anzi: era comunque valido sotto il profilo alimentare. Magari non di prima scelta, e quindi rifiutato alla tavola dei ricchi, ma sempre sostanzioso, come i fagioli, che erano chiamati “la carne dei poveri”
Oggi è il contrario, si gioca – contro ogni logica e buon senso – a perdere: il cibo è bello e buono, sano e politicamente corretto solo se è un “cibo senza”. Viene consigliato non per quelle che sono le sue doti organolettiche, ma per la loro assenza
In questo strano balletto, hanno cominciato per prime le acque minerali: le povere di sodio, soprattutto, hanno convinto le persone più influenzabili che il segreto fosse tutto lì, “less is more”
Poi sono venuti i cibi senza glutine, il latte senza lattosio, le caramelle senza zucchero (ma con pessimi dolcificanti), le crociate contro l’olio di palma, gli integralismi vegani, i cibi senza nichel, i crudismi, i melarianismi e chi più ne ha… più ne tolga
Intendiamoci: qui non si parla certo delle malattie o delle intolleranze, che sono delle realtà scientifiche, e delle sacrosante necessità delle persone affette di nutrirsi in modo sano e corretto
No, qui stiamo parlando di un’operazione di marketing, un indottrinamento pubblicitario che ha tutte le caratteristiche di una truffa ideologica (e a fini di business, ovviamente), che fa leva sui consumatori più deboli e sprovveduti
Far credere alle persone sane che comunque mangiare senza glutine sia la forma più salubre di alimentazione per tutti. Far passare per vero il concetto che più un’acqua è povera, più sia biologicamente più pura e salutare…
Arriveremo a bere l’acqua distillata? Chissà, forse è solo questione di tempo…
PS: per rendervi meglio conto del problema, vi consigliamo di dare un’occhiata a un’interessante puntata di “Porta a porta” tutta incentrata sul tema, dal titolo “Una vita senza sapore” (24 gennaio 2019), disponibile su RaiPlay