Cinquant’anni fa non sbarcammo solo sulla Luna, come è stato ampiamente ricordato dai media, ma fummo proiettati su un nuovo, bellissimo e trascinante pianeta musicale: quello del rock
di Giuseppe Repole
Si parla sempre del ’68, giustamente, come un anno epocale per la società, uno spartiacque tra due modi di vedere la vita e il mondo.
Quel cambiamento di prospettiva ci fu anche nella musica, ma sarebbe meglio chiamarlo “il ’69”, perché fu in quell’anno che vennero pubblicati i primi album di formazioni che erano destinate a fare la storia della musica.
La patria di questa rivoluzione fu indubbiamente il Regno Unito, anche perché tra i loro ispiratori c’erano i Beatles e i Rolling Stones, che avevano già conquistato il pubblico giovanile.
La lista sarebbe lunga, ma possono bastare pochi esempi per far capire soprattutto a chi non li conosce affatto (male, molto male!) di chi stiamo parlando.
Fanno la loro comparsa sul mercato discografico i Led Zeppelin, futuri monumento del rock fino al 1980 e pionieri dell’hard rock. Addirittura incisero due album nello stesso anno.
Un altro gruppo si distinse per l’uscita di due album, uno dei quali aveva una copertina e un titolo stravaganti,”Ummagumma”. Nel giro di qualche anno verranno conosciuti in tutto il mondo per il loro nome “colorato”: i Pink Floyd.
Sempre in terra britannica viene pubblicato un album intitolato “From Genesis to Revelation” da una band il cui nome compariva in quel titolo e che diventeranno un’icona del rock progressivo per tanti anni a venire: i Genesis.
E sempre 50 anni fa sono nati i King Crimson, che esordirono con il loro “In the Court of the Crimson King”, uno splendido coacervo di influssi musicali di vario genere, tuttora indiscusso.
In quell’anno, che per inciso fu anche l’anno del Festival di Woodstock, si affacciarono sulla scena musicale mondiale anche artisti come il trio Crosby, Stills e Nash, ai quali dopo pochissimo si aggregò Neil Young per formare il famoso gruppo di west coast-country rock; primo album anche per Joe Cocker, futuro rappresentante del soul rock; e fu anche l’anno della prima opera rock della storia, “Tommy” degli Who, un altro gruppo londinese che aveva già fatto parlare di sé.
Anche qui in Italia il seme del nuovo corso era stato gettato, ma per vederne i frutti si dovrà aspettare giusto qualche anno, quando si vinsero le ultime remore nei confronti della presunta scarsa accoglienza di pubblico; così anche il nostro paese ebbe i suoi degni rappresentanti di rock progressivo, come le Orme, la Premiata Forneria Marconi, il Banco del Mutuo Soccorso.
In quel 1969 non sbarcammo solo sulla Luna, come è stato ampiamente ricordato dai media, ma fummo proiettati su un nuovo, bellissimo e trascinante pianeta musicale, sul quale molti continuano a vivere felici