Questa è la storia di un nostro coetaneo che voleva studiare e vivere una vita normale, e che in un “folle volo” ha vanificato tutte le sue speranze…
di Claudia Gervasio
Questa è la storia di un ragazzo che, come tutti noi, ha dei sogni e delle speranze. Definito “clandestino” dalla Polizia, ha subito molte ingiustizie e io, miei cari lettori, sono qui per raccontarvi la storia di questo giovane e per mostrarvi come lui sia solo un ragazzo che patisce la povertà e non un clandestino
Il ragazzo in questione, Laurent, abitava nella Costa d’Avorio, un paese situato in Africa occidentale, e aveva un desiderio: quello di studiare e vivere la sua vita al meglio. Nel suo paese, però, questo piccolo desiderio non era concesso, a causa delle tante guerre che di frequente si scatenano
Ma le guerre e la povertà, miei cari, non riuscirono a fermare il giovane, che pur di studiare, visto che a casa non aveva la luce, la sera andava in strada per usufruire della poca illuminazione dei lampioni. Eppure anche questo non gli bastava: Laurent voleva di più, voleva così tanto andare in una scuola vera e fare nuove amicizie che decise di intraprendere un viaggio lungo e rischioso
Il ragazzo raccolse le sue poche cose e qualche giorno dopo Natale, di sera, corse all’aeroporto senza biglietto e senza farsi vedere. Saltò la recinzione, lasciando lì appeso il suo zainetto, e si nascose nel carrello dell’aereo, dove purtroppo l’ossigeno, si sa, è veramente insufficiente
Il 5 febbraio scorso Laurent avrebbe compiuto 15 anni… Perché “avrebbe”, chiederete voi?
All’aeroporto di Parigi Laurent è arrivato morto e appena è stato ritrovato il suo cadavere, è stato identificato come quello di un clandestino… una minaccia dunque!
Ora chiedo a tutti voi: cosa ne pensate di questo giovane che ha perso la vita pur di studiare, che – pur di vivere come noi – ha fatto questo viaggio fatale? È stato un “folle volo” il suo, oppure il viaggio di un ragazzo con un grande coraggio, di chi compie l’estremo ed eroico tentativo di riconquistare a sé la dignità, e agli altri la speranza che ci sia per tutti un cantuccio di mondo dove poter vivere e non sopravvivere?