Accantonati torroni e panettoni, è momento di mettersi a dieta. Scopriamo cosa ci propone il famoso gerontologo italo-americano con la sua dieta Mima Digiuno, che promette risultati sensazionali…
di Daria Efficace
Da anni Valter Longo si propone di contrastare l’invecchiamento prolungando l’aspettativa di vita grazie ai numerosi studi in materia. Gerontologo, biochimico e neurobiologo di origini italiane, Longo è celebre negli Stati Uniti: nominato dal Time “Guru della longevità”, è stato inoltre inserito inoltre nella Top 50 delle persone più influenti nel 2018.
Direttore del rinomato Dipartimento di Longevità e professore di Biogerontologia all’Università della California del Sud e direttore del programma di ricerca di Longevità e Cancro presso l’Istituto di Oncologia Molecolare IFOM a Milano, Longo è anche autore di libri molto discussi – “La dieta della longevità”, “La longevità inizia da bambini” e “Alla tavola della longevità”, solo per citarne alcuni – nei quali approfondisce le varie questioni in merito al rinnovamento cellulare, puntualizzando il suo “Elisir di lunga vita”, la formula pensata per consentire di vivere più a lungo ed in salute.
In una recente intervista, Valter Longo si è proposto di fare il punto della situazione in Italia. Lo scienziato ha criticato duramente le poche attenzioni riservate dal governo in merito al corretto sviluppo fisico degli abitanti del “Bel Paese”, reclamando la necessità (già fatta presente alle istituzioni senza comunque ottenere un risultato concreto) di un numero maggiore di professionisti per arginare il problema dell’assunzione smisurata di farmaci ed educare le persone a una alimentazione sana ed equilibrata degna di nota.
Longo da tempo ribadisce fermamente l’importanza del buon cibo per il controllo dei geni responsabili dell’invecchiamento e della predisposizione a molteplici malattie, come ad esempio il cancro alla prostata per gli uomini, il tumore alla mammella per le donne ed il cancro al colon, le patologie più comuni derivanti da diete del tutto scorrette.
In merito a ciò, l’università californiana presso cui lavora avrebbe identificato per la prima volta questi geni e individuato la possibilità di minimizzare il rischio d’incidenza e di progressione di malattie nell’uomo grazie all’inattivazione di questi. In fin dei conti, non parliamo solamente di geni: la proteina IGF1 e l’ormone dell’insulina sono a loro volta colpevoli del decadimento cellulare.
Ma come prevenire tutto questo? Mangiando bene, seguendo la discussa dieta “Mima Digiuno”, altro cavallo di battaglia targato Longo. Si tratterebbe infatti di un particolare regime alimentare da seguire all’incirca cinque giorni ogni 3-4 mesi l’anno (per persone in buona salute) basato sull’assunzione giornaliera di una quantità oscillante tra gli 800 e le 1100 calorie.
Parliamo di una dieta principalmente vegana: bassi zuccheri e proteine, alti grassi e carboidrati derivanti esclusivamente dalle verdure, con un consumo nettamente ridotto di proteine animali. Un’altra tipologia di dieta, la “dieta della Longevità” mirata specialmente alle persone in età adulta ed avanzata, prende in considerazione varie fasce d’età: dagli over 50 fino ai 65 anni d’età è consigliabile una dieta “pescatariana”, che include cibo vegano ed il consumo di pesce due volte alla settimana, mentre dai 65 anni fino ai 70 è preferibile optare per uova, carne bianca e prodotti derivati dal latte.
Non bisogna però dimenticare che la lotta contro la longevità va portata avanti fin da giovani: una dieta a base vegana, con più aminoacidi e proteine, è l’ideale per agevolare il lavoro più intenso e faticoso dei muscoli. È doveroso precisare che, per il corretto funzionamento del metodo, Longo puntualizza l’affiancamento di un nutrizionista o di un dietologo.
Tuttavia, il metodo Longo è anche oggetto di polemiche ed obiezioni. In particolare, Enzo Spisni, nutrizionista e ricercatore dell’Università di Bologna è piuttosto scettico sui metodi del suo collega italo-statunitense e afferma che gli effetti del ringiovanimento cellulare tendono ad affievolirsi nell’uomo, trovando comunque maggior riscontro su organismi utilizzati in laboratorio: sulle culture di lievito analizzate aumenta l’aspettativa di vita grazie alla riduzione calorica, sui vermi raddoppia e sui topi aumenta del 30%.
Per quanto riguarda il genere umano, secondo Spisni, questo meccanismo indurrebbe gli individui interessati a mangiare di più dopo il suddetto digiuno e lo stesso si verificherebbe su soggetti obesi o fortemente in sovrappeso, gravando ancor di più sulla loro situazione già abbastanza drammatica, comportando errori responsabili di un’indesiderata ricaduta.
In aggiunta, la dieta Mima Digiuno provocherebbe stati di ipoglicemia (diminuzione di glucosio nel sangue), mancanza di concentrazione e problematiche nello svolgimento di attività fisica dovuti all’insufficiente fabbisogno necessario per svolgere un allenamento costante ed impegnativo.
Infine, Longo sembra avere un occhio di riguardo anche in relazione all’emergenza sanitaria che stiamo affrontando: per proteggersi dal virus ed aiutare il nostro metabolismo una dieta più varia come la Dieta Mediterranea andrebbe necessariamente associata alla già preesistente dieta della Longevità, vale a dire prediligere l’assunzione di pesce alternando con alimenti come yogurt, pollo, formaggi ed altri tipi di carni, sottintesa ovviamente la presenza fondamentale di frutta e verdura.
In definitiva, è certamente vero che la buona salute – come dice la saggezza popolare – nasce a tavola, ma per il resto siamo sicuri che non si tratti di un classico “specchietto per le allodole”?