Ma i nostri amici animali apprezzano la musica? Certo che sì, e non solo i cani o le mucche, ma anche lupi, scimmie, coyote… E ciascuno di loro ha anche i propri gusti musicali!
di Gabriele Bocchese
A tutti noi capita quotidianamente di ascoltare la musica in TV, alla radio o sul telefono. E magari ci sarà capitato di condividere uno di questi momenti con i nostri amici animali, domandandoci se loro siano in grado di sentirla insieme a noi. C’è una risposta a questa domanda: la zoomusicologia.
Cos’è la zoomusicologia? La zoomusicolgia è una branca della musicologia (lo studio della teoria musicale), che studia gli effetti della musica sugli animali.
Gli studi in merito a tale argomento iniziarono con la pubblicazione nel 1983 del saggio “Musique, Mythe et Nature” da parte del musicista francese François Bernard Mâche, successivamente la definizione di zoomusicolgia venne coniata dal musicologo italiano Dario Martinelli.
Ulteriori osservazioni e studi vennero compiuti dalla rete musicale canadese Galaxie, secondo cui gli animali domestici non solo hanno una spiccata propensione per ascoltare la musica, bensì hanno anche dei gusti musicali preferiti, e che se lasciati soli in casa preferiscono avere un lieve sottofondo musicale al completo silenzio.
Esperti della scuola di psicologia dell’Università di Queens sono giunti alla conclusione che la musica classica aiuta i cani a rilassarsi, riduce i loro latrati e aumenta anche il tempo che dedicano al riposo. Se invece gli si fa ascoltare della musica heavy metal, l’intensità della loro agitazione aumenta, così come i latrati, che diventano interminabili. Ogni similitudine con gli effetti che la musica provoca agli esseri umani non sembra essere una semplice coincidenza…
Per ultimo ma non meno importante, alcune osservazioni sono state compiute anche all’interno dello zoo del Bronx di New York, i cui risultati vennero poi pubblicati sul New York Times, in cui venivano documentati i comportamenti di lupi, coyote e orango, dinanzi a generi musicali diversi.
In conclusione possiamo affermare come questi studi siano importanti non solo per la musicologia in sé, ma soprattutto in merito al comportamento e agli stimoli dei nostri amici animali, e di come dopotutto, nonostante le differenze, i nostri mondi siano molto più simili di quanto pensiamo