Il mito eterno dell’uomo può diventare realtà? Potremo davvero un domani vivere in eterno? La risposta da un nuovo studio sul DNA
di Davide Principe
Quanto sarebbe bello, un giorno, non doversi più preoccupare della morte e vivere per sempre. E se quel giorno non fosse poi così lontano?
I ricercatori dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California, guidati dall’Italiano Eros Lazzerini Denchi, hanno annunciato di aver individuato la proteina che agisce come l’interruttore chiave dell’invecchiamento cellulare, ribattezzata TZAP (Telomeric Zinc-finger Associated Protein).
Questa si lega alle estremità dei cromosomi e determina la lunghezza dei telomeri, i segmenti del DNA che proteggono le parti finali. “I telomeri – spiega il dottor Lazzerini – rappresentano l’orologio della cellula. Si nasce con i telomeri di una certa lunghezza e, ogni volta che la cellula si divide, si accorciano un po’. Quando diventano troppo corti, la cellula non può più riprodursi. Questo orologio deve essere finemente regolato per permettere un numero sufficiente di divisioni cellulari, ma anche limitare la proliferazione incontrollata delle cellule tumorali”.
I ricercatori hanno scoperto che il ruolo della TZAP in questo delicato processo è quello di “taglio” dei telomeri: come un barbiere biologico, la proteina si lega ai telomeri che restano troppo lunghi e li regola, dando una “spuntatina” quando necessario per evitare che si apra la strada al cancro.
Con questo studio è avvenuto un passo fondamentale nella medicina che apre a eccitanti interrogativi: riuscirà mai l’uomo a vivere in eterno? Questo non è dato saperlo, ma certo questi studi aprono uno spiraglio interessante verso prospettive del tutto nuove e imprevedibili
foto: Getty Images