Il musical con Emma Stone e Ryan Gosling ha vinto 7 Golden Globes e 6 Oscar: La La Land è considerato il miglior film dell’anno
di Flavia De Muro e Marta Rosa
Diretto da Damien Chazelle (regista statunitense di soli 32 anni), il musical ambientato a Los Angeles con la sua dinamicità e modernità ha – forse – rivoluzionato il modo di guardare questo genere di film. Nonostante possa sembrare strano che nel 2016, e non nel 1956, un musical sia considerato tra i miglior film del decennio, La La Land ha sconvolto il mondo di Hollywood con un genere che sembrava ormai essersi perso.
Il suo voto su IMDb è 8,6: il 27esimo voto medio più alto tra quelli del sito, il più alto in assoluto tra i musical. Dal New York Times a Vox le recensioni hanno raggiunto il 93% di commenti positivi, a volte più che positivi: “più di ogni altro film dell’anno, La La Land è cinema allo stato puro, diretto in maniera estasiante e con tecniche visive che lasciano a bocca aperta” questo il succo delle varie recensioni
Il musical è un genere cinematografico basato su bizzarre premesse, il quale prevede che nel bel mezzo di una conversazione due innamorati si mettano a cantare accompagnati da coreografie e cori di tutti i passanti. Per queste premesse, il musical è da molti considerato roba vecchia, quasi scomparso dagli schermi cinematografici. La trama innovativa e la perfetta colonna sonora hanno fatto in modo che Chazelle realizzasse il lavoro perfetto.
Justin Hurwitz con 15 canzoni completamente diverse l’una dall’altra ci ha convinti a ballare il tip-tap sopra una macchina in una splendida giornata di sole o a buttarci in piscina vestiti cantando “Someone in the crowd” e ad amare il nuovo folle jazz
Una tra le canzoni più famose del film, “City of stars”, grazie alla profonda voce e il modo di suonar il pianoforte così trascinante di Ryan Gosling ha persino vinto il premio per miglior canzone. Ma non bisogna tralasciare la commovente audizione di Mia, la quale ha cantato da sola una canzone strappalacrime lasciando gli spettatori con il fiato sospeso. Oltre a cantare, i due protagonisti hanno dovuto fronteggiare la prova del ballo: innanzitutto con il tip-tap e poi con i lenti, a seguire. Sulle note di “Planetarium” i due innamorati intraprendono un ballo tra le stelle che è tra le scene migliori di tutto il film.
D’altro canto all’inizio può sembrare che il film segua le tradizionali tecniche del musical americano, ma nel corso della narrazione (in particolar modo nel finale) si percepisce il taglio moderno di Chazelle. Due ore e 8 minuti di Mia e Sebastian, che – nonostante le difficoltà della loro relazione – non si preoccupano di elogiare il cinema e i sognatori
“Here’s to the ones who dream, Foolish as they may seem, Here’s to the hearts that ache, Here’s to the mess we make”