Atom Heart Mother: musica d’avanguardia e location antica, un connubio esplosivo come la musica dei Pink Floyd
di Silvia Orani
Finalmente il 21 luglio 2017 ritornano al Teatro romano degli scavi di Ostia Antica i Pink Floyd Legend, la cover band Italiana formatasi nel 2005 del famosissimo gruppo inglese, di cui fanno parte Fabio Castaldi (in qualità di bassista, chitarrista e solista: è considerato il Roger Waters italiano), Andrea Fillo (chitarre), Simone Temporali (tastiere), Emanuele Esposito (batterista), Paolo Angioi (chitarre).
Questa volta il gruppo rappresenterà dal vivo la suite “Atom Heart Mother”: si tratta infatti dell’unica cover band italiana che vanta di eseguire tale concerto con l’aggiunta di coro, ottoni e violoncello come da arrangiamento originale. Atom Heart Mother è uno dei più grandi capolavori realizzato dai Pink Floyd nel 1970, definito da Simone Temporali come “il punto di contatto ufficiale dei Pink Floyd con il mondo classico”.
Il nome dell’album si riferisce a un articolo di giornale che riportava una delle prime operazioni per installare pacemaker cardiaci a pila atomica sul cuore di una mamma inglese. Per quanto riguarda l’immagine di copertina, i Pink Floyd vollero distaccarsi dal mondo psichedelico chiedendo al grafico Storm Thorgerson un nuova immagine che doveva essere “semplice”; Thorgerson si recò nelle campagne di Londra e immortalò un esemplare di bovino immerso nei campi, passato alla storia come Lulubelle III.
La cover band italiana ha concesso alla nostra redazione, in esclusiva un’intervista.
Cosa vi ha portato a scegliere proprio questo album?
Come tutta la discografia dei Pink Floyd è un album speciale, ma in questo caso la motivazione più forte sta nella commistione tra rock psichedelico e musica cosiddetta “colta”, ovvero legata alla grande tradizione della musica classica; vedi l’impiego del coro, del violoncello solista e degli ottoni.
Se a questo aggiungiamo una location da brividi come il Teatro romano di Ostia, direi che – dopo aver proposto l’anno scorso il “Live at Pompeii” – eseguire la suite Atom Heart Mother con più di 100 persone sul palco era quasi d’obbligo.
Cosa più vi piace di “Atom Heart Mother”?
Dell’album in generale direi la specificità delle tre canzoni: If, Fat Old Sun e Summer ’68… Ballate bellissime, di un’eleganza quasi Beatlesiana, testimonianza di un’epoca in cui Waters, Gilmour e Wright si ritagliavano ancora spazi di creatività autonomi, ma concordi nello spirito di fare musica insieme con gioia. Un periodo insomma ancora incontaminato dalle tensioni che, come sappiamo, di lì a pochi anni avrebbero compromesso il futuro del gruppo stesso.
Come nasce questo spettacolo?
Abbiamo eseguito per la prima volta la suite Atom Heart Mother nel 2012, e fu il nostro primo spettacolo in un teatro (l’Olimpico di Roma)… Uno show che ci ha portato molta fortuna e dopo cinque anni siamo ancora gli unici in Italia (ma non solo) ad essere tanto pazzi da riproporre la suite nell’arrangiamento originale con l’orchestra… ma è talmente emozionante che non smetteremo mai!
Qual è stata l’esperienza musicale che vi ha formato di più? E quale concerto vi rimarrà per sempre nel cuore?
Alla prima domanda direi aver lavorato con DurgaMcBroom, che è stata corista dei Pink Floyd (quelli veri!) dall’87 al ‘94. Per quanto riguarda il concerto, penso che ognuno abbia il suo preferito, ma forse l’emozione più forte è stata suonare Atom Heart Mother la scorsa estate allo Sferisterio di Macerata, a una settimana dal terremoto che ha colpito zone non lontane da lì. Salire sul palco quasi col timore di ostentare un show così enorme in un momento così doloroso e sentire invece il calore e la gratitudine da parte del pubblico per aver ricevuto da quella musica un’emozione che può per due ore distoglierti dalla tristezza. Sì, è stato senza dubbio quello il concerto più emozionante.
Quest’anno si festeggiano ben 50 anni dall’uscita del primo album dei Pink Floyd. Avete intenzione di preparare qualcosa di speciale per celebrare l’evento?
Stiamo lavorando per voi, di più non posso dire…
Un vostro sogno nel cassetto?
Dividere il palco con uno dei membri fondatori… ma non credo che reggeremmo all’emozione.
Non ci resta che attendere la notte del 21 luglio per poterli nuovamente ascoltare e fare un tuffo nel passato tra le note dei Pink Floyd…