Nella Biblioteca Nazionale di Napoli sono state rinvenute 38 pagine di manoscritti inediti del vate recanatese, scritti tra il 1816 e il 1817
di Salvatore Cartelli
Grande scoperta quella dei due studiosi Marcello Andria e Paola Zito che all’interno del corpus di manoscritti, conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli, hanno rinvenuto un elenco di 557 annotazioni bibliografiche stilate dal poeta tra il 1816 e il 1817
Il fitto elenco di testi, ordinato alfabeticamente, è arricchito da numerose annotazioni, commenti critici e personali, spesso in lingua latina. I titoli individuati testimoniano la necessità del poeta di superare i vecchi testi raccolti dal padre compensando la propria arretratezza con studi critici dall’ampio respiro europeo di edizioni nuove di autori che spaziano tra Aristotele, Platone, Omero e Cicerone, costituendo così un vero e proprio elenco di letture desiderate dal poeta allora diciannovenne
Il ritrovamento rappresenta una vivida testimonianza della sete di conoscenza del giovane Leopardi che ebbe modo di maturare all’interno della biblioteca del padre, il conte Monaldo Leopardi, durante i suoi anni di “studio matto e disperatissimo”