“Ogni nostra conoscenza principia dai sentimenti”, diceva il Genio cui è intitolata la nostra scuola. E il legame con il nostro territorio è sempre stato molto stretto, tant’è vero che…
di Riccardo M. De Paoli
A Leonardo da Vinci, uno dei più grandi uomini che sia mai nato in Italia, è intitolata la nostra scuola. E anche la nostra Notte Bianca, perché nel 2019 si compiranno i cinquecento anni dalla sua morte; ma non solo per questo. Tutti ricordiamo che fu un famoso pittore, scultore, architetto, ingegnere civile e militare, inventore, scienziato e mille altre cose insieme: ma non tutti sanno che lui ebbe un particolare legame con il nostro territorio. Andiamo alla scoperta della sua vita!
Leonardo era nato il 15 aprile 1452 a Vinci, un piccolo borgo della campagna toscana, ma molto presto si era trasferito a Firenze, dove rimase fino al 1482, dopo essere entrato nella bottega del Verrocchio, nella quale realizzò le sue prime opere. Quindi si trasferì a Milano dove, a parte un breve soggiorno a Pavia e Vigevano, restò fino al 1499. In questi anni Leonardo poté dare sfogo ai suoi studi e alle sue passioni, realizzando grandi capolavori (tra cui l’Ultima Cena a Santa Maria delle Grazie) e lavorando anche a molti progetti che però resteranno incompiuti
Tornato a Firenze dopo l’occupazione francese di Milano, Leonardo ricevette nella sua città molte importanti commissioni (tra cui affrescare il grande salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio con la perduta Battaglia di Anghiari) e poté continuare a studiare la natura in tutti i suoi aspetti
Finalmente, il 24 settembre 1514 Leonardo partì per Roma, dove Giuliano de’ Medici, fratello del papa Leone X, gli procurò un alloggio negli appartamenti del Belvedere al Vaticano. Nella città eterna l’artista si poté dedicare con tranquillità ai suoi studi scientifici, meccanici, di ottica e di geometria e cercare fossili sul vicino monte Mario; non ottenne importanti commissioni pubbliche, ma si occupò di un progetto di prosciugamento delle Paludi Pontine e anche della sistemazione del porto di Civitavecchia. Il progetto venne approvato da papa Leone X il 14 dicembre dello stesso anno, ma l’improvvisa morte del suo protettore Giuliano e anche quella, pochi anni dopo, del pontefice impedirono la realizzazione di queste idee
Chissà come sarebbe cambiato l’aspetto del litorale romano se fosse stato bonificato già nel XVI secolo: Leonardo studiò attentamente il nostro territorio e ci rimangono interessantissimi disegni di macchine destinate al prosciugamento di terreni paludosi, ma purtroppo queste non vennero mai realizzate e il progetto presto abbandonato. Testimoniano comunque un forte legame che non va dimenticato
Lasciata Roma, Leonardo ebbe modo di conoscere direttamente Francesco I di Francia, che lo invitò a lavorare presso di lui nel castello di Cloux. Egli divenne così pittore, ingegnere e architetto del re e poté nei suoi ultimi anni di vita occuparsi di ingegneria idraulica e terminare alcuni quadri
Il 2 maggio del 1519 (proprio 500 anni fa), all’età di sessantasette anni, morì a Cloux, ma volle essere sepolto nel chiostro della chiesa di San Valentino ad Amboise