I vulcani sono ancora tra noi e fanno paura alla popolazione: le autorità filippine ordinano l’evacuazione totale di Manila, megalopoli da 12 milioni di abitanti
di Lucrezia Luttazi e Valentina Marinacci
Le Filippine si trovano sulla “cintura di fuoco” del Pacifico, dove le placche tettoniche entrano in collisione provocando terremoti e attività vulcaniche. Infatti negli ultimi 450 anni ci sono state 34 eruzioni
Vicino alla capitale, il giorno 13 gennaio 2020, il vulcano Taal ha presentato segni di attività che potrebbero causare un possibile tsunami nel lago che lo circonda: piccolo, ma tra i più pericolosi del mondo, in passato ha ucciso migliaia di persone, eruttando l’ultima volta nel 1977
I primi segnali risalgono a sabato 12 gennaio quando il vulcano ha emesso una colonna di cenere e fumo che ha raggiunto un’altezza di 14 chilometri, rilasciando a terra una pioggia di sassi
La cenere vulcanica fuoriuscita dal cratere si è diffusa fino a Quezon City a nord di Manila, ma – nonostante la cenere non sia considerata tossica – contiene frammenti di vetro che possono contaminare le riserve di aria e acqua. Il fango nero creato dalla cenere e dalla pioggia ha ricoperto strade e case: è così pesante da poter far crollare i tetti degli edifici
Le autorità hanno ordinato a tutti gli abitanti della capitale e delle zone limitrofe di evacuare per una possibile eruzione catastrofica. Già migliaia di persone si sono rifugiate nei centri di evacuazione temporanea istituiti dalle autorità stesse, poiché nelle prossime ore o giorni si attende un’eruzione esplosiva
Nel frattempo è iniziata la distribuzione delle maschere. Molti residenti hanno usato sacchi di plastica per proteggersi dalla cenere mista a pioggia. La popolazione vorrebbe ritornare nelle proprie case, ma il vulcano minaccia di eruttare a breve
In realtà anche in Italia sono presenti vari vulcani, uno dei quali è apparentemente “morto”: il Vesuvio. Situato vicino al capoluogo della Campania, tale vulcano è considerato uno dei più pericolosi in Europa, tenendo in considerazione l’eruzione del 79 d.C. che causò la distruzione delle città di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis