Ne conoscono i rischi, ma non riescono a farne a meno: questo è il quadro che emerge da una recente indagine nell’ambito del Safer Internet Day 2020. E per il futuro…

di Vera Bartolucci

 

Instagram , Whatsapp, Twitter, Facebook: tutti nomi di social che, in un modo o nell’altro hanno cambiato la nostra vita, e in un certo senso il modo di rapportarsi e comunicare tra di noi. Ma siamo davvero certi che si tratti di un ambiente sicuro e senza rischi?

La nostra vita quotidiana è piena di interconnessioni tecnologiche, notifiche, squilli, vibrazioni, il tutto H24, tanto da portarci a non avere quasi più un momento intimo, una pausa di riflessione ed isolamento. Un’immersione totale in un mondo parallelo, innocuo e senza pericoli?

Assolutamente no. E la cosa forse più preoccupante è che i ragazzi sembrano conoscere i pericoli delle reti sociali, ma non riescono comunque a farne a meno.

Conoscono i rischi derivanti dalla presenza sui social, ma ammettono che farebbero molta fatica ad abbandonarli, anche solo per una settimana: così i giovani italiani sembrano essere abbastanza consapevoli dei pericoli di queste piattaforme, ma anche della difficoltà che avrebbero a non utilizzarle, come ha rivelato una recente indagine condotta da Telefono Azzurro insieme a Doxa Kids, che mostra il controverso rapporto tra adolescenti e social network.

Lo studio prevedeva infatti che i ragazzi indicassero massimo tre aspetti negativi dei social: circa un terzo di loro ha indicato la distrazione dallo studio; il 29% ha fatto riferimento alla mancanza di contatto personale e al rapporto con gli altri; nel 21% dei casi, invece, un aspetto negativo è risultato essere la dimensione illusoria delle reti di contatti che, appunto, darebbero l’impressione di avere molti amici, spesso in realtà semplicemente sconosciuti.

I ragazzi hanno fatto riferimento anche al modo in cui i social influiscono negativamente sulla percezione di sé e degli altri; il 28% del campione analizzato, poi, ha indicato il problema della dipendenza dai social.

Per far riflettere i ragazzi sull’uso consapevole della tecnologia è stato istituito e promosso dalla Commissione Europea il Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, che si celebra il secondo martedì del mese di febbraio.

Il Safer Internet Day 2020 è stato celebrato contemporaneamente in oltre 150 paesi tra cui l’italia, all’interno della prima storica officina ferroviaria italiana: il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa a Napoli. All’evento hanno partecipato scuole del territorio impegnate nella realizzazione di progetti inerenti le tematiche del SID, istituzioni locali e nazionali, influencer ed esperti di settore.

Quale percezione hanno, dunque, i giovani dei social network e cosa rende l’allontanamento (anche solo temporaneo) da essi così difficile?

L’idea di dover privarsi dei social può sembrare davvero spaventosa per molti adolescenti, anche perché in realtà essi consentono di svolgere molte attività piacevoli e essenziali, soprattutto in questa fascia d’età: dal tenersi in contatto con gli amici alla possibilità di essere sempre aggiornati su ogni novità.

Per i ragazzi la possibilità di essere sempre “sul pezzo” è fondamentale. Tramite i social è molto facile reperire informazioni e notizie, e da qui nasce la loro diffusione su scala mondiale.

Per esempio, a novembre una ragazza diede inizio a un video sul social network TikTok come quello di molti adolescenti, con dei consigli di bellezza. Sembrava un semplice tutorial su come avere ciglia lunghe, ma in realtà Feroza Aziz, 17enne statunitense di origine afghana, ha sfruttato l’attenzione degli utenti per metterli a conoscenza di un “nuovo olocausto” di cui nessuno parlava.

“In Cina – ha detto Feroza – stanno deportando i musulmani nei campi di concentramento per convertirli: chi non accetta, non torna vivo”. L’escamotage da lei utilizzato, come allungarsi le ciglia, le ha permesso di raggiungere oltre 6 milioni di utenti tramite social, e quindi di diffondere un fatto così sconvolgente su larghissima scala.

Inoltre, siamo nel pieno dell’Era della tecnologia e ormai i Social Network hanno invaso la nostra esistenza, forse anche – in un certo senso – dominandola. Tornare a casa, accendere i nostri computer, accedere a Facebook, a Twitter o Instagram è ormai un’azione abituale, che compiamo senza nemmeno dargli troppo peso, in maniera meccanica.

Ma la vera domanda è… siamo noi a controllarli oppure sono loro che controllano noi? Siamo consapevoli che la realtà virtuale non può sostituire quella reale ma in pratica, pur ammettendolo, passiamo la maggior parte del nostro tempo libero davanti al pc o allo smartphone chattando, scorrendo le pagine dei social o curando la nostra pagina.

Bisogna sottolineare come essi siano solo strumenti e come tali devono essere governati e gestiti da noi esseri umani. Perciò è sbagliato pensare che siano i social a determinare certi comportamenti, è piuttosto il modo in cui vengono usati il vero problema. Non è Facebook inteso in sé, come strumento, ad isolare, siamo noi che rinunciamo ad una passeggiata o ad un aperitivo rimanendo attaccati allo schermo del nostro pc.

Siamo noi che pubblichiamo foto modificate per apparire diversi, migliori. I social danno gli strumenti, ma come è sempre stato e sempre sarà, è l’essere umano a doverli gestire.

Sono molti i dibattiti sull’utilità o meno dei social: hanno migliorato senza dubbio alcuni aspetti delle nostre vite, ma credo che non siano strettamente necessari. Certo, oggi è difficile immaginare una giornata in cui nessuno chatti o si scambi messaggi, cose che però si possono tranquillamente fare anche chiacchierando davanti ad un caffè.

Non so se un giorno i social scompariranno o verranno sostituiti da altri strumenti di comunicazione, non riesco nemmeno ad immaginarlo. Non so se sarà possibile ritornare al momento prima dell’avvento di Internet perché una rivoluzione così grande, che ha cambiato così profondamente il mondo, non può che progredire e conquistare uno spazio sempre maggiore nelle nostre vite…